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Da L’innocenza usurpata

 

di

BRINA MAURER

Macabor, 2021

  

© disegni di NINA DE SIMONE

CROCIFISSIONE BLASFEMA

Con le unghie spezzate e i denti insanguinati

la ragazza aveva difeso

la sua inviolabilità

soltanto nella finzione del pensiero.

 

Nella realtà, invece,

il respiro soffocato

e la paralisi

l’avevano salvata

fingendosi morta.

 

Poi una vita agra,

spesa a dimenticare e nascondere

il proprio corpo,

ma non le sue ferite.

 

Sanguina,

il mosaico di vetri aguzzi,

e l’anima oscilla

come carne appesa al gancio.

Senzafigli, ella desta invidie

e accuse di egoismo,

come se la sua testa,

servita su un vassoio d’amianto

al mattatoio,

non fosse mai stata sulle spalle.

 

Senzasesso, ella irrita persino

la donna che scruta

nel suo ventre:

      - ecografia di vergine adulta

brucia la santità

sull’altare della follia -.

 

E gli anelli

non chiudono

la perfezione,

bensì creano supporti,

che divengono ceppi alle caviglie.

Per piedi ancora inchiodati

al trauma

della croce.

.

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